Il 13 dicembre alle 17 ed il 14 dicembre 2024 ore 17.30 alla Biblioteca delle donne – via Lincoln 121, Palermo – per ricordare Rosi Castellese, la sua passione politica e le lotte peri diritti, le donne e le lesbiche, con la presentazione del libro di Margherita Giacobino ‘Quello che ho da dire lo dico da sola’ e la proiezione del film ‘Women’ (if these walls could talk 2) – Usa, 2000 -. Il film, il primo della rassegna di cinema lesbico intitolato a Rosi Castellese, sarà preceduto dalla proiezione del video Comizi di disamore (Lesbo Tg) di Stella Zaltieri Pirola.
Quello che ho da dire lo dico da sola è un libro fatto di percorsi solitari, eccentrici e ribelli, scandalosi e marginali, tanto più interessanti di quelli che obbediscono alle regole del consenso e del mercato. Di autrici scomparse che sono più vive e attuali che mai nelle loro pagine. Di scritture passate che sono in anticipo sul tempo presente, e aspettano un futuro che non è ancora arrivato. E nasce da decenni di lettura, di traduzione, di lavoro letterario e soprattutto di passione per la parola scritta, in particolare quella delle donne, da parte dell’autrice Margherita Giacobino.
Alcuni nomi che incontrerete tra le pagine? Dorothy Allison, Djuna Barnes, Charlotte ed Emily Brontë, Willa Cather, Natalie Clifford Barney, Phoolan Devi, Mahasveta Devi, Emily Dickinson, Leslie Feinberg, Jewelle Gomez, Violette Leduc, Patricia Highsmith, Anne Lister, Carla Lonzi, Audre Lorde, Carson McCullers, Flannery O’Connor, Charlotte Perkins Gilman, Jean Rhys, Arundhati Roy, Joanna Russ, Albertine Sarrazin, Annemarie Schwarzenbach, Valerie Solanas, Gertrude Stein, Bibi Tomasi, Renée Vivien, Monique Wittig.
Il ricordo di Sandra Rizza (video)
L’articolo del Giornale di Sicilia
Per ricordare Rosi Castellese: alla Biblioteca delle donne Udi Palermo (via Lincoln 121) il 13 e 14 dicembre 2024 la presentazione del libro ‘ Quello che ho da dire lo dico da sola’ di Margherita Giacobino e la proiezione del film ‘Women’, primo di una mini rassegna di cinema lesbico.
Un ricordo di Rosi Castellese, scomparsa un anno fa, ‘bella ciao’, la sua scia luminosa. Da sempre sulle barricate per difendere i diritti di tutte e tutti, per promuovere l’autodeterminazione delle donne; la militanza prima con la Fgci da giovanissima, soprannominata ‘Federina’, poi con Rifondazione Comunista – fu candidata in Consiglio Comunale a Palermo nel 2001 -; l’associazionismo con l’Arci (fra gli altri, ideava e realizzava un progetto di animazione per la “restituzione” di uno spazio monumentale nel centro storico di Palermo, Le Mura delle Cattive, con attività culturali ed artistiche di grande richiamo per la cittadinanza, “le Cattive” , nella seconda metà degli anni ’90); gli scontri con i ‘mafiosetti’ di Altofonte, di cui era originaria, che le costarono croci incise sul tetto della macchina e ruote dell’auto tagliate; la fondazione della prima associazione lesbica a Palermo, il Circolo Lady Oscar Arcilesbica, una iniziativa che per 10 anni, dal 1999, fu quasi unico riferimento per la comunità glbtq+ locale animando il territorio cittadino e gettando le basi del Palermo Pride di oggi. Si riuscì ad affittare la sede dell’associazione al Borgo Vecchio poco dopo il primo spettacolo a tema costato furiose battaglie in Consiglio Comunale. Per la prima volta nella storia della città infatti il Comune finanziò una rappresentazione teatrale organizzata da una associazione omosessuale, o meglio, lesbica. Si tenne allo Spasimo il 28 giugno del 2000: Foulard, un lavoro firmato da una altra donna straordinaria, Marilena Monti.
Poi l’esperienza dell’associazione Nzocchè, che produsse una ricca attività culturale, artistica e politica, ed il gruppo Palermo Lesbicissima, il Sicilia Queer Film Festival. Rosi Castellese è stata una donna di sinistra e ‘quello che ha dire lo dice da sola’ , e lo ha detto spesso anche con altre e ad altri in piazza, nei cortei, negli spazi aggregativi e nei luoghi decisionali. Col piglio da artista – era scenografa (Accademia delle Belle arti di Palermo, corso di Scenografia: nel 1993 la tesi di Laurea sul teatro come strumento dell’educazione “il quaderno delle nuvole”) -, sognatrice combattente, donna della politica del fare e delle relazioni umane.
Quello che ho da dire lo dico da sola è un libro fatto di percorsi solitari, eccentrici e ribelli, scandalosi e marginali, tanto più interessanti di quelli che obbediscono alle regole del consenso e del mercato. Di autrici scomparse che sono più vive e attuali che mai nelle loro pagine. Di scritture passate che sono in anticipo sul tempo presente, e aspettano un futuro che non è ancora arrivato. E nasce da decenni di lettura, di traduzione, di lavoro letterario e soprattutto di passione per la parola scritta, in particolare quella delle donne, da parte dell’autrice Margherita Giacobino.
Alcuni nomi che incontrerete tra le pagine? Dorothy Allison, Djuna Barnes, Charlotte ed Emily Brontë, Willa Cather, Natalie Clifford Barney, Phoolan Devi, Mahasveta Devi, Emily Dickinson, Leslie Feinberg, Jewelle Gomez, Violette Leduc, Patricia Highsmith, Anne Lister, Carla Lonzi, Audre Lorde, Carson McCullers, Flannery O’Connor, Charlotte Perkins Gilman, Jean Rhys, Arundhati Roy, Joanna Russ, Albertine Sarrazin, Annemarie Schwarzenbach, Valerie Solanas, Gertrude Stein, Bibi Tomasi, Renée Vivien, Monique Wittig.
Margherita Giacobino, è scrittrice, traduttrice e saggista, vive a Torino. È autrice di vari romanzi tra cui Il tuo sguardo su di me, Mondadori 2021, L’età ridicola, Mondadori 2018, Il prezzo del sogno, 2017, Ritratto di famiglia con bambina grassa, 2015. Ha curato, tra l’altro, Nessuna mi ha mai detto di no – Anne Lister e I suoi diari segreti, Somara!Edizioni 2020, Solanas Mon Amour. Pensieri, storie e disegni SCUM, Il dito e la luna Ed. 2019, Saffo ‘900. Renée Vivien in versi e in prosa, Il dito e la luna Ed., 2019, e Sorella Outsider. Gli scritti politici di Audre Lorde, Il dito e la Luna Ed., 2014