A fondamento dell’agire politico della nostra associazione c’è il riconoscimento di una pratica e di regole di esclusiva origine femminile. La nostra azione ed il nostro giudizio si fondano, infatti, sulla relazione visibile fra donne e sulla continuità della relazione genealogica. Per questo abbiamo a cuore tanto la necessità di dare significato al nostro essere nel mondo costruendo simbolico e libertà femminile, quanto il legame con la storia politica delle donne che sono venute prima di noi, riconoscendo il debito simbolico nei loro confronti.
Questa storia e quelle donne sono, per noi, la storia e le donne dell’UDI – Unione Donne Italiane, l’associazione operante a Palermo, sin dal 22 gennaio 1945, per iniziativa di Anna Nicolosi Grasso, Angela Caffaratto Colajanni, Cornelia Reale, Enza Barillà, Eugenia Bono.
Obiettivi di emancipazione ne ispirano, fin dagli inizi, la pratica con le battaglie per la ricostruzione, per la pace, contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro, per l’accesso a tutte le professioni e per la parità di salario. Dal 1956 al 1965 dall’UDI di Palermo parte, sostenuta da Anna Nicolosi Grasso, allora deputata nazionale, la lotta delle insegnanti per superare le due graduatorie distinte per sesso in base alle quali si privilegiavano nell’insegnamento l’inserimento lavorativo degli uomini.
Con gli anni 70, la scena politica cambia: nuove generazioni di donne prendono la parola e scendono per strada mostrando nuovi simboli, esplicitando nuove parole d’ordine. Vengono le campagne per gli asili nido, per la riforma del diritto di famiglia, per il divorzio e contro l’aborto clandestino. Anche a Palermo, l’UDI è in prima fila in tutte le iniziative delle donne per l’emancipazione, ma a contatto con il femminismo, l’associazione comincia a cambiare volto: da organizzazione “per le donne” si trasforma in organizzazione “delle donne”. Acquistano centralità i temi del conflitto uomo/donna all’interno della famiglia e della società patriarcale.
Nel 1982, con l’XI congresso, le donne dell’UDI ricollocano le ragioni del proprio fare politica e del proprio esserci smantellando la struttura gerarchica e centralizzata -basata su modelli maschili e riorganizzandosi in base a modalità, esigenze, desideri femminili.
L’autonomia, l’autofinanziamento, l’auto-proposizione, la condivisione e la rotazione degli incarichi diventano fondamento per l’assunzione di responsabilità dei vari gruppi che operano al suo interno senza più direttive centrali.
Di quell’esperienza, l’UDI di Palermo ha condiviso la volontà di valorizzare la soggettività politica delle donne e il riconoscimento delle acquisizioni del neofemminismo, le cui parole e pratiche – l’autocoscienza, il partire da se, l’affidamento, la relazione – sono state e sono, per noi, esperienza essenziale. Da allora, abbiamo agito la nostra politica facendo leva sulla capacità di essere luogo di relazione, di progetto, di espressione di giudizio e di gesti di libertà, a partire da ciò che si è e da ciò che si desidera, senza tagliare le nostre radici materiali e simboliche, ma facendo invece della capacità e volontà di mediazione – all’interno e all’esterno, fra noi e con le altre – una cifra particolare della nostra politica.
Proprio in quell’anno, 1982, viene fondato al suo interno il Centro di Consulenza legale; nel 1987 nasce la Biblioteca delle donne e Centro di documentazione Anna Nicolosi Grasso e nel 1988 si forma il Gruppo di Pedagogia della differenza che da allora si occuperà dell’organizzazione delle Attività della Biblioteca.